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LA VITTORIA DEI MANESKIN A SANREMO CHIUDE UN’EDIZIONE DEL FESTIVAL IN EMERGENZA ASCOLTI

É inutile fare tanti discorsi e giri di parole. Sanremo 2021 è stato un mezzo flop, dal punto di vista degli ascolti televisivi, salvato solo dalla serata finale, che però non è bastata per riequilibrare la media. In un’annata in cui per effetto del coprifuoco imposto dalle regole anti-covid vi era un numero maggiore di persone incollate al teleschermo già alle 21.30 – 22, che avrebbe dovuto favorire la presenza di più spettatori, la kermesse canora ha subito un’emorragia di share arrivando a perdere anche 10 punti di share in meno rispetto allo scorso anno.

La Rai si giustifica con il dramma della pandemia, con un clima nel Paese piuttosto insofferente. Ma andrebbe ricordato a Stefano Coletta, direttore della prima rete, che tanto tesse le lodi di un Festival che non tutti volevano fare (a cominciare da Fiorello, che tra l’altro è quello che ci perde la faccia più di tutti gli altri), che la stessa regola vale anche per Maria De Filippi. La quale, puntualmente, vince con gli ascolti portandosi a casa spesso numeri ben più alti del passato.

L’assenza di nomi davvero importanti fra i concorrenti palesa una certa presa di distanza della discografia rispetto alla kermesse, che nel dramma del momento è stata vista anche come uno schiaffo a quella parte del Paese che soffre per un’emergenza che dura da più di un anno, che continua a mietere vittime, a creare disagi, e di cui non si intravede ancora una fine. Ed è questo probabilmente uno dei motivi per cui in molti il Festival non l’hanno guardato, al di là del teatro Ariston con la platea vuota che la regia un po’ troppo molla di Stefano Vicario spesso inquadrava come una cerimonia funerea.

Il Festival ha pagato la presenza di big non proprio famosissimi (i nomi noti erano pochi) e, lasciatecelo dire, di canzoni non all’altezza dei Sanremo di sempre. I Maneskin forse sono l’unico caso in cui tutti sono d’accordo: il podio, con la canzone “Zitti e buoni” lo meritavano. Loro arrivano da X-Factor, hanno potuto contare sul supporto dei più giovani, e alla fine anche da quello zoccolo duro che segue la kermesse fin dai tempi di “Grazie dei Fior”, di “Zingara”, di “Adesso tu” e di “Uomini Soli”.

Il secondo posto è inspiegabile. La coppia Francesca Michielin e Fedez, decisamente male assortita, se grazie a lei poteva anche essere gradevole, a causa di lui il brano “Chiamami per nome” è sembrato una accozzaglia di note e di vocalità completamente fuori contesto. Il terzo posto di Ermal Meta con “Un milione di cose da dirti”, che in tanti davano per vincitore, restituisce al Festival un po’ della sua tradizione: un artista ultrapopolare, con un brano orecchiabile e fedele al suo stile.

Restano fuori dalla scranio alto Annalisa, Arisa, Malika Ayane e Colapesce/DiMartino (che hanno però ottenuto il premio “Lucio Dalla”. Loro meritavano di più.

ANDREA IANNUZZI

 

Andrea Iannuzzi

Andrea Iannuzzi, giornalista dal marzo del 2000, ma con radici nella radiofonia che nascono nel 1989, esperto di tv e spettacolo, con un passato anche nella moda come fotografo. E’ stato capo progetto e direttore artistico di varie trasmissioni televisive, e direttore di alcuni fra i più importanti giornali e magazine nazionali italiani. Ufficio stampa e responsabile della comunicazione di diverse realtà tra tv e spettacolo, Iannuzzi mastica il filone dei reality show, dei talent show e dei programmi di intrattenimento, approfondimento e informazione. Grande appassionato di politica italiana.