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MASSIMO CIOCCHETTI: FERMARE LO SPORT NON È LA SOLUZIONE CONTRO IL COVID

Fermare lo sport non è la soluzione ideale. Massimo Ciocchetti, fra gli esperti del settore palestra e fitness d’Italia, è convinto che tutti gli impianti e le sale dedicate all’allenamento fisico potessero continuare a restare aperti. Perchè le norme di sicurezza anti-covid sono state rigorosamente rispettate, pertanto la serrata per effetto del DPCM del 25 ottobre è stata decisa non tenendo conto dell’immane sforzo fatto dai titolari di queste attività per rendere gli ambienti più sicuri.

Massimo, il nuovo DPCM ha richiuso le palestre. Eppure, dal rapporto dei NAS, si evince che tutte le normative di sicurezza anti.covid erano rispettate dalla quasi totalità delle attività di settore. Come mai il Governo invece ha deciso nuovamente per uno stop?

Le palestre, così come le piscine, gli impianti sportivi, i circoli di vario tipo, sin dalla loro riapertura avvenuta il 25 maggio, si sono adeguati intervenendo, ma soprattutto investendo, affinchè tutte le norme di sicurezza fossero rispettate. Distanziamento, mascherina in ogni luogo, gel igienizzanti agli ingressi e nelle sale fitness e cardio, misurazione della temperatura e moduli anti covid-19: queste sono state parte delle cose fatte da coloro che gestiscono impianti sportivi. Evidentemente il salire dei contagi ha portato a stringere il cerchio su “parte” di quegli ambienti dove il flusso di persone è notevole, non pensando però che lo sport non reca danno ma altresì benefici.

Cosa vuol dire dunque per tutto il personale che ci lavora? Essere senza occupazione o c’è un modo per resistere a questa nuova semi quarantena?

Dietro lo sport ci sono tantissime persone che operano. Non pensate solamente a noi istruttori o personal trainer, ma al servizio segreteria, alla consulenza, ai bar, alle ditte di pulizia, a chi fa manutenzione. Tante persone sono a casa. Fortunatamente viviamo in una epoca in cui il social ti permette di arrivare ovunque, quindi ognuno di noi si è munito di coraggio e si è lanciato con dirette instagram, facebook o su varie piattaforme, come zoom o teams cercando di trasmettere e dare quello che comunemente faceva in sala durante le innumerevoli ore di lavoro. Naturalmente, a differenza del primo lockdown, si sono organizzati piccoli gruppi, di 2 3 persone max al parco da seguire individualmente.

Cosa ne pensi di tutti i pt e esperti di alimentazione online? Come ci si può difendere dai ciarlatani rispetto ai veri professionisti?

Il personal trainer è un laureato in scienze motorie o comunque colui che ha studiato seguendo corsi riconosciuti dall’ente CONI, il nutrizionista biologo è colui che ha studiato tutt’altro. Le due figure sono indispensabili e posso tranquillamente collaborare assieme, ma a ognuno il suo. Chi mastica lo sport capisce subito quando davanti a sé ha qualcuno che improvvisa il proprio mestiere.

Avere un bel fisico palestrato è segno indelebile di qualità nel lavoro di personal trainer o istruttore?

Assolutamente no, per alcuni può creare ideali per cui sentirsi più motivato, per altri può mettere in soggezione, per cui, a mio parere, le qualità da valutare per un buon istruttore sono altre e non sono visibili agli occhi.

La grande esposizione di tuoi colleghi in tv, anche nei reality show o nei talk, ha dato un plus nel vostro settore?

Sicuramente ha fatto capire come il personal trainer possa contribuire al benessere fisico e psichico di una persona.

Come mai sono aumentati in numero importante i professionisti della palestra negli ultimi anni? C’è più richiesta da parte della popolazione o, come in tanti dicono, è un lavoro di ripiego?

In ogni settore, compreso il mio, si trovano professionisti, dilettanti ed “istruttori” improvvisati che si ritengono tali solo per aver partecipato ad un master di 24 ore magari online. Io credo che per fare questo mestiere prima di tutto c’è bisogno di essere istruiti per bene, magari con una laurea in scienze motorie, o comunque attraverso corsi federali riconosciuti dall’ente CONI della durata di diversi mesi se non anni. Questo per non creare danni o traumi e salvaguardare la salute di chi si affida a noi affinchè si crei una base di fiducia e stima necessaria a raggiungeregli obiettivi prefissati da ciascuno di loro.

Tu che personal trainer sei? 

Mi ritengo un istruttore preparato con una adeguata esperienza costruita negli anni che mi hanno portato a raggiungere grandi risultati dimostrati da una elevata richiesta di seguire atleti di alto livello, ma anche dilettanti scoraggiati, portando a termine gli obiettivi prefissati da ognuno di loro. Questo è stato possibile perchè in primis mi reputo una persona testarda e severa con me stesso, per cui se mi prefisso un obiettivo, anche apparentemente impossibile, in qualche a modo riesco a raggiungerlo e la mia esperienza da runner ultramaratoneta, ne sono le prove.Il resto lo lascio giudicare agli altri, il piacere o non piacere è soggettivo, per cui ben vengano i complimenti ma anche le critiche perchè sono altrettanto costruttive.

Infine quanto conta la bellezza per chi fa il tuo mestiere: un personal molto attraente e con un fisico da sballo. Sei più svantaggiato rispetto agli altri?

Sicuramente l’aspetto fisico serve a creare un obiettivo lavorativo per cui accresce la motivazione a raggiungere il proprio ideale, ma a mio parere conta molto di più la preparazione affiancata al carisma dell’istruttore, un connubio vincente.

ANDREA IANNUZZI

 

Andrea Iannuzzi

Andrea Iannuzzi, giornalista dal marzo del 2000, ma con radici nella radiofonia che nascono nel 1989, esperto di tv e spettacolo, con un passato anche nella moda come fotografo. E’ stato capo progetto e direttore artistico di varie trasmissioni televisive, e direttore di alcuni fra i più importanti giornali e magazine nazionali italiani. Ufficio stampa e responsabile della comunicazione di diverse realtà tra tv e spettacolo, Iannuzzi mastica il filone dei reality show, dei talent show e dei programmi di intrattenimento, approfondimento e informazione. Grande appassionato di politica italiana.