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Iceberg Speciale Europee

«Era importante andare a votare, ma non perché abbia fatto piacere ai partiti. Dal voto, infatti, dipende il nostro futuro e, soprattutto, dobbiamo ricordarci che senza voto non esiste la democrazia, che deve essere sempre la nostra guida». È il monito lanciato da Nicola Piepoli (Fondatore e Presidente Onorario dell’Istituto Piepoli) durante la puntata odierna di Iceberg, il contenitore di informazione realizzato in collaborazione con l’agenzia di stampa Askanews e in onda su Anita TV (canale 88 DTT), presentato da Patrizia Barsotti.

Sono intervenuti in studio, per parlare delle elezioni europee, anche Livio Gigliuto (Presidente dell’Istituto Piepoli) e Antonio Piemontese (giornalista di Wired).

Livio Gigliuto ha sottolineato come la campagna elettorale si sia concentrata molto sull’aspetto del green deal: «Questa scelta – ha spiegato – è servita per tirare in questione le nuove generazioni. Un’arma a doppio taglio, però, poiché pochi elettori hanno votato in base alle scelte ambientali. I principali motivi di scelta, infatti, riguardano la fiducia ispirata dai vari leader e i provvedimenti per la situazione economica. La scelta ambientale è stata, purtroppo, secondaria».

Parlando poi del fenomeno astensionismo (ha votato poco più del 49% degli aventi diritto), Gigliuto ha aggiunto: «Se un elettore non è andato a votare, ha già fatto una scelta. È bene sottolineare, però, come la colpa non sia mai dell’elettore. È il caso di tanti giovani che non si sono presentati alle urne, poiché non sono stati toccati i temi di loro interesse. Di sicuro – ha concluso Gigliuto – queste elezioni sono diverse rispetto al passato, visto che nessuno ha sentito più il bisogno di gridare all’uscita dall’Unione Europea».

Antonio Piemontese si è concentrato sulla figura dei giovani che sono stati chiamati alle urne: «Sono meno sfiduciati rispetto al passato, ma al contempo si sentono poco rappresentati. Questo è comprensibile se pensiamo che l’età media del Parlamento Europeo è di 54 anni e il deputato più anziano ne ha 83. È vero che serve una certa esperienza e preparazione, ma per parlare ai giovani servirebbero facce meno ingessate».

Altra polemica importante da sottolineare è che l’orario di apertura delle urne di sabato alle 15 ha sicuramente indebolito l’affluenza, poiché molte persone che sono partite per il weekend o per altre ragioni il sabato mattina, non hanno potuto esprimere la loro preferenza.