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Pronti a scalare il Monte Emilius per il climate change, la sfida di Moreno Pesce

“La nostra sfida non si ferma. Siamo pronti ad abbattere la montagna psicologica della disabilità affrontando le montagne vere, nel nome di una missione che ci unisce, la lotta al climate change, per ribadire una risposta che chiediamo tutti da anni: ridurre le emissioni di gas serra”. A parlare è l’atleta paralimpico, Moreno Pesce. La sua storia è un punto di riferimento per molte persone che praticano il trail running, ma anche per molti sportivi che per svariate ragioni si sono trovati davanti sfide che, all’apparenza, sembravano insormontabili. La scalata al Monte Emilius inizierà il 12 Settembre. 3.559 metri con l’obiettivo di ritrovarsi in cima e dimostrare che così come nessuna vetta è impossibile da raggiungere, lo sforzo per salvare il pianeta dal climate change è possibile: “Le mie gare sono prima di ogni cosa una sfida con me stesso. Quando gli organizzatori mi permettono di partecipare è un piacere arrivare al traguardo. Prima ero il solo disabile. Ultimamente, alcuni amici di “gamba”, mi fanno compagnia. E’ un piccolo successo vederli con me a confrontarsi su questi terreni”.
Nato a Noale, una località in provincia di Venezia, il 13 dicembre 1975. La sua vita si è sempre divisa tra Noale e Auronzo di Cadore, paese in provincia di Belluno. Proprio nei monti bellunesi ha sviluppato l’amore per la montagna. Quella di Moreno è sempre stata una vita molto attiva. Ma il destino con lui è stato beffardo. Infatti, proprio nel momento più intenso della sua esistenza è stato vittima di un gravissimo incidente motociclistico, che l’ha privato della gamba sinistra. La scalata del Monte Emilius è un altro successo che andrà ad aggiungersi agli altri 200 eventi che lo vedono protagonista, tra cui almeno 35 trail e oltre 150 vertical per una media di 50mila metri di dislivello positivo percorsi ogni anno: “Il progetto prevede 3 team composti da 1 disabile, 1 accompagnatore e 1 accompagnatore di territorio/guida. Il gruppo montuoso del Monte Emilius – racconta Pesce – si trova posizionato nella zona centrale della Valle d’Aosta. Il Rifugio Arbolle quindi, offre diversi itinerari di accesso molto vari tra loro. Dalla più conosciuta via che parte dall’arrivo a monte della seggiovia Pila-Chamolé, alle meno conosciute che iniziano dalla Val di Cogne. Il nostro percorso in particolare prevede due itinerari suddivisi in base alle difficoltà ed alle caratteristiche individuali dei tre atleti che si congiungeranno in vetta per poi ridiscendere per la via Normale: Il primo Rifugio – Ferrata Monte Emilius Variante (partenza ore 04:30), e il secondo Rifugio – Monte Emilius via Normale (partenza ore 06:00). Il tutto all’insegna del #noplacetoofar”. Ad accompagnarlo in questo viaggio Loris Miloni e Cesare Galli.
“Siamo pronti a questa grande sfida che ci attende. Il legame tra cambiamento climatico e diritto alla salute – conclude l’atleta paralimpico – è riconosciuto dagli accordi di Parigi. Non è una novità di come il clima impazzito incida sulle fasce più deboli della popolazione, quindi anche sui disabili. Una reazione costruttiva al cambiamento climatico offre l’opportunità di riequilibrare le disuguaglianze a livello globale. Noi affrontiamo la vetta del Monte Emilius proprio per abbattere ogni pregiudizio e lanciare così un messaggio di forza e speranza”.

Teresa Gargiulo

Teresa Gargiulo, giornalista iscritta all’Ordine del Lazio. Salernitana di origini, romana di adozione. La sua formazione nasce all'interno di testate giornalistiche nazionali e si perfeziona con studi specifici in scienze politiche e in comunicazione. Appassionata di viaggi, lifestyle e pubbliche relazioni.