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Leonardo Da Vinci: Il suo Autoritratto alla corte della Regina Elisabetta

Annalisa Di Maria esperta d’arte, e specializzata nello studio di Leonardo Da Vinci, ha svolto uno studio approfondito sul disegno del codice Windsor rinvenuto nel 2019 nella “Royal Collection Trust” e che era stato attribuito a uno anonimo allievo di Leonardo e che raffigura secondo gli esperti il volto di Leonardo.
Tuttavia, la ricerca condotta da Annalisa e numerosi elementi dimostrano una favorevole e probabile attribuzione alla mano del maestro, Leonardo Da Vinci e dunque a un suo ulteriore autoritratto. Ogni dettaglio è stato curato con attenzione. La ricerca permette di datare il disegno intorno al 1490-1499 grazie ad uno studio nel codice Windsor “RCIN 912290″con il quale è stato comparato. Questo confronto mette in evidenza un piede di cavallo identico nella modalità di esecuzione a quello riscontrato nel disegno in esame.
Leonardo da Vinci aveva un particolare affetto per i cavalli, nessuno ha saputo meglio di lui dipingere questo animale, dei quali ricevette diverse commissioni nei suoi lavori. Particolarmente lo studio del cavallo di Ludovico Sforza riempiva i suoi taccuini e specialmente i suoi studi delle proporzioni. Il disegno studiato, dove si troverebbe il suo autoritratto, include uno studio delle proporzioni delle gambe corrispondenti al periodo indicato.
Questo disegno riporta al suo interno molte scritte e numeri: un’analisi della calligrafia rispetto ai disegni del maestro ha mostrato che le iscrizioni assomigliano molto alla calligrafia così atipica di Leonardo Da Vinci. Il ritratto del giovane in basso a sinistra del disegno non è stato identificato ma la linea ricorda l’uomo di profilo« RCIN919122 ».
Entrambi indossano cappelli identici indossati nell’accademia platonica di Firenze guidata da Marsilio Ficino. Nell’Accademia Platonica di Firenze, I Filosofi lavorarono sui concetti del bello e del sublime rielaborando gli scritti greci. La matematica era strumento essenziali per raggiungere questa perfezione assoluta di cui parlava Platone, era necessario avere una mente scientifica perché come diceva Pitagora: “tutto è numero”.
Leonardo Da Vinci fu fortemente influenzato dall’antica Grecia. Alla corte di Lorenzo il Magnifico, dove fu introdotto dal suo Maestro Verrocchio, Leonardo fu circondato da intellettuali che svilupparono le idee neoplatoniche. Per Il Maestro tutto era legato alla matematica qualunque fosse il campo studiato e la sua applicazione era essenziale nella sua creatività.
E come scritto nella copertina del suo libro “Trattato della pittura”: “Nessuno mi legga se non è un matematico. “ Proprio come i greci, la sua ricerca delle proporzioni ideali era più importante della rappresentazione realistica del corpo. Chiave della bellezza e della perfetta armonia, era il rapporto aureo apparso per la prima volta nel pensiero greco con Pitagora a cavallo tra il VI e il V secolo a.C.
Dal Rinascimento, studiosi, artisti e architetti che studiarono questo rapporto parlano di “proporzione divina”. Luca Pacioli, matematico, che pubblicò “De Divina Proportione” disse di Leonardo che era maestro di geometria nel disegno e che nessuno era uguale a lui.
La Di Maria, ha effettuato uno studio matematico dove riporta che il viso è diviso in tre parti: dal mento al naso, dal naso alla retina dell’occhio e dalla retina alla fronte. Questa stessa distanza è divisa in due e consente la stessa distanza: dal centro della bocca al centro del naso, dal centro del naso all’arcata sopraccigliare.

Nonostante il viso non sia completamente di profilo, le misure di proporzionalità vengono rispettate e si adattano in base all’inclinazione. In questo ritratto sono visibili i due occhi e per avere suprema armonia la distanza degli occhi è uguale alle distanze delle misure sopra citate. Questo disegno è stato composto sulla base di “Il seme della vita” che è il centro del fiore della vita.

Consiste in sette cerchi che rappresentano i sette giorni della creazione del mondo. Questa struttura geometrica in cui si trova il rapporto aureo, ricorda quella della divisione cellulare. Uno dei Simboli della geometria sacra, dell’armonia e delle proporzioni divine, Leonardo da Vinci ha analizzato il fiore della vita trovato nel “Codice Atlantico”, attraverso le sue proprietà matematiche.

Questo nuovo cerchio gira intorno alla bocca e crea due nuovi punti di intersezione creando nuovi cerchi fino ad ottenere questo seme di vita. In questo volto, la distanza tra le due retine è il raggio di ciascun cerchio. Le due retine sono centri di un cerchio. Questi due cerchi passano per lo stesso punto creando un “punto di intersezione” che diventerà a sua volta il centro di un cerchio.

La metodologia di lavoro scoperta dall’esperta Annalisa Di Maria ha permesso ai ricercatori scientifici francesi di svelare una nuova formula per la sezione aurea che semplifica anche la creazione di quadrati e rettangoli aurei.

La radice quadrata di 3 (Ö3) e la sezione aurea (f) simboleggiano equilibrio e armonia. Furono studiati durante il periodo dell’antica Grecia dai più grandi filosofi e matematici come Pitagora, Euclide, Platone. Leonardo Da Vinci, scienziato nel cuore, ha studiato tutti i loro teoremi applicandoli nel suo lavoro.

Annalisa Di Maria ha potuto dare uno sguardo nuovo all’opera del Maestro e, contribuendo a questa scoperta, gli scienziati hanno deciso di chiamare questa nuova applicazione della proporzione divina: “la formula Di Maria”. Leonardo viene raffigurato nel disegno in età matura, con qualche ruga intorno agli occhi, il viso non è ancora tirato dai segni del tempo e quindi si ipotizza un’età intorno ai 40-50 anni. L’espressione del viso data da un’aria pensosa da cui traspare serenità e dolcezza.

Leonardo Da Vinci ha voluto evidenziare nei suoi ritratti l’espressività della anima e in particolare la sua vita interiore. Anche se il disegno appare abbozzato, questo disegno elaborato su basi matematiche è stato eseguito con meticolosità. Quest’opera abbagliante, mette in luce la magia della scienza e non può che essere opera di un genio.

Sorpresa e sconvolta ad ogni scoperta dall’immensità creativa di questo genio, Annalisa Di Maria sarebbe onorata di poter approfondire lo studio de visu presso la “Collezione Reale”, al fine di poter studiare ancora più con precisione il tratto, per poter eventualmente confermare l’attribuzione a Leonardo Da Vinci che sembra essere dopo tutti questi elementi altamente probabile. Secondo l’esperta, questo disegno, avrebbe tutte le carte in regola per poter rientrare tra le opere di Leonardo da Vinci.

RICCARDO MANFREDELLI