ArteLetteraturaNewsNews Recenti

“Avrei voluto scriverti cantando”, il nuovo libro di Olimpio Talarico

Mercoledì 29 marzo è uscito in tutte le librerie e gli store online Avrei voluto scriverti cantando di Olimpio Talarico. Il libro racconta la storia di una famiglia di Caccuri e soprattutto di un tragico amore, quello di Leonardo ed Elda, durante il ventennio fascista.

Una storia, ma anche tante storie. La storia dell’Italia, spaccata a metà dalla guerra, ma ricucita dall’amore.

Un padre e una figlia. Una comunità, un paese e un borgo che si chiama Caccuri.

Una storia di affetti, di rapporti umani e di amicizia, è quello che contiene questo romanzo. Siamo nel novembre 1955 in un paese dell’entroterra calabrese quando Carolina, ormai cresciuta, chiede al padre Leonardo la verità su quello che successe alla sua famiglia e soprattutto a sua mamma Elda anni prima.

Il ricordo, il lutto, la memoria, l’affetto, la verità nascosta; attraverso questa serie di parole Carolina scopre lentamente la verità. Un dolore che negli anni le è stato tenuto nascosto. E lo svelamento avviene attraverso le lettere che il padre le lascia in un posto insolito.

Scorrono come in un film le vicende, in pieno Ventennio, di un attivista comunista e di una famiglia rivale di ferventi fascisti. Un omicidio. Una condanna da scontare al carcere di Santo Stefano. Un presunto suicidio. E un amore che nasce fra due giovani delle famiglie nemiche, avviato anch’esso verso un tragico destino.

Avrei voluto scriverti cantando contiene anche lo spirito di un piccolo borgo dove tutti, a volte silenziosamente e anche ironicamente, partecipano a disegnare le vicende umane.

«Arrivata in fondo, lei si girò e mi fissò intensamente. Poi riprese a camminare. Io continuai a seguirla fino al momento in cui proseguì verso via Marinella. Non si voltò più. E guardandole le spalle, pensai che stavo conoscendo l’amore. Prima lo avevo letto, lo avevo sentito raccontare e me ne ero fatto un’idea, ma Elda era altro, mi aveva fatto capire che tutti i libri, tutte le storie ti entrano dentro e poi evaporano. Lei, invece, la sentivo aggrappata ai tessuti, mentre occupava la pelle».