AttualitàCronacaNews RecentiPolitica

30 APRILE 1993: IL LANCIO DELLE MONETINE A CRAXI E LA FINE DELLA PRIMA REPUBBLICA

Per molti oggi sarà una giornata come le altre, che trascorrerà tra la solita litania di notizie false mischiate a quelle vere sul Covid, nel traffico nelle grandi metropoli, tra la vita quotidiana di chi lavora e di chi viene mantenuto dal lavoro degli altri.

Eppure oggi, 30 aprile, è una data simbolica quanto storica. Perchè nel 1993, esattamente 28 anni fa, l’Italia e il mondo intero assistettero a una delle pagine più vergognose della cronaca politica del nostro Paese, che non solo mise fine all’epoca dei veri statisti, ma addirittura segnò il trapasso tra la Prima e la Seconda Repubblica.

Alle 23.50 di quella infernale giornata, all’Hotel Raphaël di Roma, Bettino Craxi, indiscusso leader dell’allora Partito Socialista Italiano, e Capo del Governo mancato (il suo posto lo prese Giuliano Amato) per volere di Oscar Luigi Scalfaro, all’epoca Presidente della Repubblica, venne aggredito da una folla inferocita riunitasi fuori dall’albergo che gli lanciò addosso delle monete.

 

Era evidente che si trattava di una scena teatrale orchestrata a tavolino dai partiti di opposizione al suo, quelli che si stavano salvando dalla mannaia di Mani Pulite, che per mezzo del famoso pool di magistrati milanesi, capitanati da Antonio Di Pietro, fece strage annientando di fatto i principali top player della Prima Repubblica.

L’ammasso di gente che lancia le monetine addosso a Craxi, in fuga da quel massacro, si radunò immediatamente dopo che la Camera dei Deputati, il 29 aprile, ovvero il giorno prima, aveva respinto l’autorizzazione a procedere su di lui da parte dei pm milanesi sui fatti che era in quel periodo sotto inchiesta. Nessuno ha mai capito fino a oggi, che è stato quello il momento in cui la politica italiana è stata distrutta e la Prima Repubblica spedita nell’eterno riposo.

E’ chiaro che il Partito Comunista Italiano, trasformato da poco dal suo segretario Achille Occhetto in Partito Democratico della Sinistra, era alla base organizzativa di quel linciaggio. Il tempo e le vicende che sono seguite a quell’episodio, hanno ampiamente dimostrato che Craxi rappresentava un ostacolo per le lobby a cui l’ex Pci suonava il violino, e che si dovevano assolutamente impossessare del potere e rendere l’Italia un vero colabrodo. Come di fatto è accaduto.

Se ci si fa caso, da quel momento in poi non solo il Bel Paese ha contato sempre di meno nell’area geopolitica in cui aveva un peso, ma il debito pubblico è solo aumentato, la svendita dell’azienda Italia ha indebolito l’economia, la svalutazione della lira e la conseguente debilitazione della moneta unica in territorio italiano ci hanno impoverito, lo strapotere della magistratura che in più occasioni ha condizionato la vita di Palazzo con montagne di inchieste il più delle volte risultate insussistenti, continua senza sosta. E l’Unione Europea, esattamente come Craxi aveva previsto, è un’oscillazione tra purgatorio e inferno.

Ecco perchè oggi, 30 aprile, 28 anni dopo, si dovrebbe proporre una commissione parlamentare d’inchiesta per comprendere bene cosa sia davvero capitato in quegli anni. Un’opportunità che tutti i governi (quello di Berlusconi compreso, occorre dirlo) non hanno mai voluto considerare. Anche se la sentenza l’hanno comunque scritta i politici stessi, con la loro incapacità, la loro inettitudine, il loro pressappochismo. E con la falsa promessa di fare il bene dell’Italia, occupandosi in realtà solo di meri interessi personali e di partito. Oggi l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa. Ora la verità è chiara per tutti.

ANDREA IANNUZZI

 

Andrea Iannuzzi

Andrea Iannuzzi, giornalista dal marzo del 2000, ma con radici nella radiofonia che nascono nel 1989, esperto di tv e spettacolo, con un passato anche nella moda come fotografo. E’ stato capo progetto e direttore artistico di varie trasmissioni televisive, e direttore di alcuni fra i più importanti giornali e magazine nazionali italiani. Ufficio stampa e responsabile della comunicazione di diverse realtà tra tv e spettacolo, Iannuzzi mastica il filone dei reality show, dei talent show e dei programmi di intrattenimento, approfondimento e informazione. Grande appassionato di politica italiana.